“The loss of sense of …” – Esposizione d’Arte Contemporanea
“The loss of sense of …”
Nel quadro della Dodicesima Giornata del Contemporaneo, Residenza le Rose Villa d’Arte aderisce alla manifestazione con “The loss of sense of …” una ‘Esposizione d’Arte Contemporanea” caratterizzata da un’esposizione con installazione, fotografia e video, intitolata ”The loss of sense of ”, dell’artista narrativo Raymond La Motte.
Il tema dell’esposizione è frutto dello stato di cose presenti, il nostro
presente è martoriato di intolleranza ed ingiustizia, mentre lo spazio sociale è sempre più reticolare e controllato. Il periodo storico in cui viviamo è segnato dalla perdita del senso di umanità, e qui l’arte può dare una voce critica alle tragedie che distruggono intere generazioni e territori.
Essendo consapevole che l’arte da sola non può cambiare il mondo, l’artista può affermare il proprio dissenso con libertà d’espressione contro qualsiasi forma di distruzione e di violenza attraverso la pratica artistica.
Questa esposizione avrà l’insolita durata di una giornata, coinvolge una produzione artistica che comprende video (arte-performance), fotografia, installazione. La giornata sarà caratterizzata dall’apertura al pubblico degli spazi di Residenza le Rose, dando così l’occasione di avvicinare ancora di più le persone all’arte contemporanea.
http://www.amaci.org/gdc/dodicesima-edizione/loss-sense
Reviews degli artisti
Cica Hay, pittrice
Raymond La Motte è un Artista, nascosto, come molti artisti dalla sensibilità a fior di pelle. Lui è carne e sangue, profondamente pervaso dal mal di vivere, dall’atrocità di ciò che ci circonda. Un video artista tecnicamente bravissimo, che con le sue immagini e suoni fa stridere e vibrare corde dell’animo già tese allo spasimo, senza mezze misure, senza compassione, senza infingimenti e proprio per questo quanto mai efficaci a svegliare corpi morti o assuefatti all’orrore d’ogni giorno. Nei suoi lavori ciò che sembra quasi banale è invece studio matematico, risultato algoritmico di segni e colori, una sorta di alfabeto morse per l’avvenire …
Ilaria D’Atri, fotografa
Posillipo, interno giorno. il silenzio si dilata in piccoli tuoni sonori. Gracchia, si scompone in fotogrammi. Lo schermo è una pozzanghera monocroma. Ricorda alla mente emozioni intraviste con la coda dell’occhio. Trattenute per l’istante che il cuore riesce a sopportare. Come d’incanto i cristalli luminosi degli schermi restituiscono la materia. Polvere, plastica, acqua. Scomposizioni dell’io. Il racconto di una società al sapore di ruggine e rimpianto. Lotta armata di corpi. Uomini e donne rincorrono, si afferrano senza toccarsi. Si scambiano la carne di cui sono fatti. Si annullano.
Si riassumono in figure metropolitane. Guardo, la mia mano si frappone fra l’obiettivo e l’opera. Riporto in fotografia quello che di più sincero il mio corpo chiede: Abbracciare l’opera di Raymond. L’anima vorrebbe restituire il favore di esser stata toccata.